Salvatore Borsellino incontra gli studenti altotiberini nel 31esimo anniversario della strage di Capaci e Via D’Amelio

Città di Castello – Nel trentunesimo anniversario delle stragi di mafia, di fronte ad una sala gremita, Salvatore Borsellino,  fratello minore del magistrato assassinato in via D’Amelio, ha incontrato gli studenti delle scuole superiori di primo e secondo grado di Città di Castello – insieme a tantissimi altri collegati in diretta streaming dalle loro classi – che stanno per concludere l’anno scolastico dedicato al tema della legalità.

Con l’anno scolastico si chiudono anche una serie di progetti e iniziative ispirate a Falcone e Borsellino e alla legalità che sono state coordinate da Villa Montesca e realizzate nell’ambito del progetto REACT “RECIPROCAL MAIEUTIC APPROACH PATHWAYS ENHANCING CRITICAL THINKING”, finanziato dal programma Europeo Erasmus Plus e coordinato dalla Fondazione Hallgarten-Franchetti che ha sviluppato un percorso di ricerca-azione basato sull’incontro fra le idee del sociologo siciliano Danilo Dolci e quelle di Maria Montessori. All’evento, che si è svolto al Nuovo Cinema Castello di Città di Castello, hanno preso parte anche Alessandro Di Nuzzo, scrittore e responsabile editoriale di Aliberti Editore e Stefano Baudino, giornalista e scrittore, che ha presentato il suo ultimo libro “La mafia non è una cosa da adulti” edito da Aliberti Editore, che l’Amministrazione Comunale distribuirà nelle scuole con l’intento di continuare a promuovere una riflessione sulla legalità. Il libro racconta con un linguaggio ed un approccio dedicato ai ragazzi, gli ultimi trenta anni di lotta alla criminalità organizzata. Durante la mattinata, i ragazzi sono stati coinvolti attivamente nel dibattito, ponendo domande e riportando le loro riflessioni a Borsellino, attivista fondatore del “Movimento Agende Rosse” che si è dedicato attivamente alla sensibilizzazione riguardo al contrasto alla criminalità organizzata e che a 81 anni continua a parlare con i ragazzi, incontrarli nelle scuole, partecipando a eventi a loro dedicati per educarli alla scelta della legalità e del bene. «A trentuno anni di distanza –ancora non c’è stata giustizia e non conosciamo la completa verità. Ritengo indispensabile parlarne, perché purtroppo ho rinunciato all’idea di conoscere la verità nella maniera più completa negli anni che mi restano. Affido quindi la mia speranza ai giovani: cerco di mantenere viva la memoria come nostra madre raccomandò trent’anni fa ai figli che le restavano. La speranza sono loro – ha ribadito Borsellino – così come erano la speranza per mio fratello Paolo, che nell’ultimo giorno della sua vita scrisse una lettera dedicata ai giovani, dicendo che confidava in loro. Lui sapeva di dover morire, ma affidava la sua speranza ai ragazzi» Nel salutare i partecipanti, l’Assessore ai Servizi Educativi Letizia Guerri ha dichiarato «I temi della legalità saranno sempre al centro delle attività legate alla scuola e alla diffusione di una sempre più marcata opera di sensibilizzazione dei giovani e degli studenti. L’iniziativa partecipata che abbiamo organizzato con le scuole cittadine ed il centro Villa Montesca rientra in questa direzione. Ricordare figure simbolo come Falcone e Borsellino ed altre figure di riferimento del nostro paese rappresenta un punto di partenza per altre iniziative». «Trovo che incontri come quelli di oggi, che riuniscono ragazzi provenienti da istituti anche tra loro molto diversi attorno a temi così segnanti, siano fondamentali. Ringrazio di cuore la Fondazione Villa Montesca per aver fortemente creduto in questo progetto, la risposta da parte di docenti e ragazzi è stata ottima e la presenza di Salvatore Borsellino è stata la ciliegina sulla torta. Non bisogna arrendersi: il civismo, lo spirito critico e lo studio della storia recente del nostro Paese devono tornare ad essere patrimonio comune di giovani cittadini in formazione. Anche e soprattutto all’interno delle aule scolastiche»  ha dichiarato Baudino. «In giornate come questa non posso non ricordare l’eredità morale che ha lasciato Franchetti. È doveroso – soprattutto oggi – ripensare alla lotta per la legalità e per la promozione civile del nostro paese che ha sostanziato tutto il suo impegno politico. Leopoldo Franchetti ha operato un passaggio nella letteratura sociologica contemporanea importante che è stato quello di scoprire il fenomeno della mafia inteso come un sistema di prepotenza»  ha dichiarato il Prof. Capecci Presidente della Fondazione Villa Montesca

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