Al via studio STUDIO GAPS UMBRIA

CITTA DI CASTELLO – Sulla diffusione del gioco d’azzardo – In questi giorni alcuni cittadini, estratti casualmente tra tutti i residenti, riceveranno per posta il questionario arancione, se vorranno, da compilare e rimandare al CNR senza alcuna spesa

Il comune di Città di Castello sta collaborando con l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNEL (Consiglio Nazionale delle Ricerche) per condurre lo studio GAPS Umbria, la ricerca spin-off dello studio IPSAD sul fenomeno del gioco d’azzardo. Il nome dello studio è GAPS (Gambling Adult Population Survey) e costituisce la seconda rilevazione dopo quella già condotta nel 2019 nel comune. I risultati di questo studio hanno permesso di avere una fotografia approfondita della diffusione del gioco d’azzardo e delle sue forme più problematiche sul nostro territorio. Questi dati hanno anche fornito un supporto importante per politiche di salute pubblica a livello regionale. In questi giorni alcuni cittadini,  estratti casualmente tra tutti i residenti, riceveranno per posta il questionario arancione da compilare rimandare al CNR senza alcuna spesa. “La partecipazione allo studio – precisano dall’assessorato alle Politiche Sociali –  è del tutto volontaria e le informazioni fornite sono di grande rilevanza sociale perché consentono di delineare un quadro complessivo regionale sul gioco d’azzardo. I risultati saranno utilizzati unicamente per pianificare al meglio i servizi forniti ai cittadini. Partecipando si aiuteranno i ricercatori a comprendere quanto questo fenomeno sia diffuso e a stimare la portata delle problematiche a esso collegate”. I dati che riguardano la spesa investita nelle diverse tipologie di giocate dai cittadini dei Comuni dell’Alto Tevere fanno riflettere.  “La geografia del gioco d’azzardo in Umbria” del 2020, a cura del S.S.D. Sorveglianza e promozione della Salute AUSL Umbria 2, indica che la spesa pro capite è di 1.587 euro a San Giustino, 1.554  a Città di Castello, 1.257  a Umbertide, solo per le prime in classifica. A fare la parte del leone sono le “slot machine” (AWP e VLT con 957 euro spesi pro capite, con punte di 1.203 euro a San Giustino e 1.162 euro a Città di Castello), seguite dalle lotterie istantanee e il lotto (332 euro p.c.). Il fenomeno non riguarda solo gli adulti: un giovane umbro su due (15-19 anni) ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e circa il 51% lo ha fatto nel corso dell’ultimo anno. Al crescere dell’età aumenta la percentuale di studenti che giocano d’azzardo, raggiungendo quasi il 55% tra i 18enni; inoltre, il 9,3% degli studenti giocatori presenta un profilo di gioco “a rischio” (10,1% in Italia) mentre il 5,4% “problematico” (5,2% in Italia). A complicare il quadro, si segnala che l’8% degli umbri 18-84enni hanno giocato d’azzardo online almeno una volta nella vita, in particolare gli uomini e i più giovani. I profili di rischio rivelano percentuali particolarmente elevate di gioco problematico nelle zone-distretto dell’Alta Valle Tevere. Dallo scorso anno come comuni della Zona Sociale1 è stato elaborato un programma ad ampio raggio, che gestisce il Servizio per il trattamento del Disturbo da Gioco d’Azzardo con sede a Città di Castello, e con il terzo settore, che attraverso l’Unitre tifernate e Arcat Umbria:  appuntamenti destinati agli over65, in assoluto una delle fasce più fragili e più colpite dal fenomeno del gioco d’azzardo, finalizzati alla sensibilizzazione e alla prevenzione del fenomeno in questa fascia della popolazione. Per maggiori informazioni sull’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche e sullo studio GAPS, potete visitare il sito web www.epid.ifc.cnr.it, la pagina Facebook – EpidemiologiaRicercaCNR e i canali social del comune.

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