Storie su vetro. A Perugia “Respiro” di Francesco Petrone, la mostra dello scultore che mette in circolo le parole

ARCHIVI DIARI PIEVE – Curatrice Chiara Guidoni Progetto realizzato in collaborazione con l’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, presidio a salvaguardia della memoria costituito da oltre 10.000 scritti di gente comune alcune immagini della mostra sono disponibili anche al link https://we.tl/t-AUP4konz71 Indigo Art Gallery è felice di annunciare la mostra personale di Francesco Petrone, “Respiro”,  a cura di Chiara Guidoni,che inaugurerà sabato 4 maggio alle ore 18.30, presso la galleria in via G. Oberdan, 51 a Perugia.

La seconda mostra personale dell’artista presso la galleria è l’occasione per presentare al pubblico la sua nuova produzione su vetro, completamente inedita e che prende spunto da una riflessione che Petrone compie da sempre e che riguarda visceralmente il suo lavoro, quella del raccontare e mettere in luce le storie delle persone.  In particolar modo, l’artista raccoglie e seleziona parole, frasi o disegni, contenuti in lettere, diari o testimonianze in generale, per riproporle e fissarle su vetri appannati, attraverso la calligrafia di chi ha lasciato questi segni. Essi hanno come comun denominatore il fatto di non esser riusciti, totalmente o in parte, a raggiungere il destinatario per cui erano state pensati e scritti. Una riflessione sui confini della comunicazione ma anche dell’emotività, sulla necessità di raccontarsi e svelarsi, comune a chiunque, ma che, in certi casi, non ha trovato sfogo. Da qui la volontà dell’artista di voler rendere trasparente la barriera di queste parole: il vetro è il confine su cui esse si infrangono, ma garantisce, allo stesso tempo, una lettura da entrambi i lati, esterni e interni, creando di fatto una possibilità di comunicazione. Attraverso queste opere, l’artista dà inoltre spazio a sogni e incubi, desideri e condizioni che caratterizzano le storie personali, ma che diventano universali grazie a un gesto semplice come quello di lasciare un segno su un vetro appannato, pagina bianca e poetica di molti, scritta, disegnata e a volte cancellata, che nel successivo respiro trattiene i segni di ciò che ha serbato nel precedente. La matrice di questa ricerca è da individuarsi nella storia personale dell’artista: l’osservazione degli ultimi istanti di vita della madre, in grado di respirare attraverso una maschera CPAP, hanno generato nell’artista la riflessione: “fin quando si appanna il vetro, lei è viva”. Da lì la volontà di “fermare” quel respiro su vetro, quasi come prova di immortalità. Il reperimento delle testimonianze riguarda sia storie ormai passate, sia storie del presente: un progetto relazionale che interpella e coinvolge persone accomunate da vicende simili, ma anche testimonianze manoscritte di chi ha deciso di affidare alla carta la propria intimità, partendo dalle parole di amici e artisti. Una collaborazione fondamentale, in questo senso è quella con l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (AR) che si configura in questo progetto come un partner eletto, in quanto raccoglie, conserva e valorizza le vicende personali dei tantissimi che hanno scelto la forma del diario per raccontarsi e per essere custoditi.  Un lavoro nuovo per lo scultore, che sembra parzialmente discostarsi dal precedente ma che non abbandona mai la sua forma gestuale e materica: “Entrare in relazione con la grafia altrui è un lavoro scultoreo. Ricalcare l’andamento, cercare di capire le distanze fra le lettere avviene con le mani”, dice l’artista. La trasparenza del materiale e l’inafferrabilità del soggetto, il respiro, si manifestano anche nella fruizione dell’opera, visibile ma evanescente, che nella sua osservazione suggerisce e richiama la stessa attenzione e cura che devono essere usate per toccare l’intimità e la storia delle persone.  L’artista diventa quindi messaggero e traghettatore delle storie e delle parole delle persone, prendendosi cura del presente, ma anche del passato, di spiriti “ribelli” che in un certo senso hanno ancora bisogno di esistere, un tributo laico per chi è rimasto. Durante il periodo di mostra è prevista la presentazione e la proiezione del documentario “Respiro” prodotto da Progetti Inutili, del regista Roberto Orazi, con edizione di Francesco Lamonaca.

Francesco Petrone (Foggia, 1978) è uno scultore che vive e lavora e Roma.

L’Archivio dei diari. Sotto forma di diari, memorie, epistolari, a centinaia arrivano ogni anno a Pieve Santo Stefano, piccolo centro della Valtiberina, noto anche come Città del diario. L’Archivio Diaristico Nazionale, nato nel 1984 da un’idea del giornalista e scrittore Saverio Tutino, è un’istituzione culturale che li accoglie tutti, li cataloga, li digitalizza e li mette a disposizione per ricerche, studi, sceneggiature, articoli, pubblicazioni. Un presidio a salvaguardia della memoria costituito da oltre 10.000 scritti di gente comune. Una miniera di racconti, piccole e preziose tessere che insieme compongono il mosaico della Storia d’Italia degli ultimi due secoli.

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