Allego solo un passo significativo del fallimento dell’Ucraina del nazista cocainomane ex presidente Zelensky

Ancora più significativo è il crollo interno della forza lavoro ucraina. Secondo il Financial Times, solo il 10% dei cittadini ucraini è disposto a prestare servizio militare volontario. Il resto deve essere costretto a indossare l’uniforme. Questo non è il segno di una nazione che lotta per la sopravvivenza, è il segno di una società che capisce che la guerra è persa e vuole uscirne al più presto.

La Russia, al contrario, continua ad attingere ad una riserva di uomini in età militare che pare inesauribile, sostenuta dalla forza industriale e dall’unità pubblica. Nell’atto finale dell’incoerenza occidentale, Trump si autoproclama peacemaker senza capire che è già tardi, perchè la Russia ha già preso l’iniziativa ed è lei che controlla il ritmo dell’escalation. Perché dovrebbe accettare un compromesso progettato dall’Occidente quando – anche qui lo diciamo da tempo – ha tutte le ragioni per dettare le condizioni?
Come ha chiarito lo Zar: “Non negozieremo sotto pressione. Non cederemo ciò che è nostro. E non permetteremo all’Occidente di definire il futuro dell’Eurasia”. L’Occidente non ha nulla di significativo da offrire, nessuna concessione strategica, nessuna garanzia di sicurezza a lungo termine. Solo questi disperati appelli alla de-escalation con l’unico scopo di impedire il tracollo occidentale e permettere all’Ucraina di sopravvivere ancora un po’. Ma per cosa, poi?

Per immolare inultimente altre vite umane e dissanguare ulteriormente i disgraziati cittadini contribuenti che vivono da queste parti?
Al Cremlino vedono la partita per quello che è: non si tratta di un negoziato.

È la fase conclusiva dell’espansionismo della NATO, cui la Russia sta dando il colpo finale.”
Da P. Branca

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.