
BERLINO – È caduta la frontiera tra Berlino est e Berlino ovest, questa notte. I cittadini dell’est sono liberi. È un sogno meraviglioso. Sono stata ad un confine alle 08:45, la gente entra ed esce, è euforica, beve, piange, festeggia. È una cosa stupenda.È un peccato che mia figlia non ci sia per vedere, ma l’emozione la sente ugualmente e quando sarà tra noi sarà liberi, è una gioia infinita.”11 novembre 1989, Berlino.
Uno studente tedesco minuto di polaroid staziona davanti a uno dei tanti posti di confine che separano Berlino est da Berlino ovest. Ogni volta che una macchina dell’est fa spuntare il muso dal cancello la fotografa e poi regala ai passeggeri l’istantanea che immortala il momento più emozionante della loro vita: la conquista della libertà! Lo fa così, solo per il piacere di regalare un ricordo.La gente della zona ovest fa ala per lasciare passare i tedeschi dell’est che ogni volta che arriva una macchina applaude, fischia, la saluta. Si stappano bottiglie di spumanti in continuazione e i cittadini orientali che arrivano a piedi vengono abbracciati tutti e viene offerto loro un caffè caldo. Nessuno è a scuola, nessuno ha voglia di lavorare, c’è festa perché c’è libertà.I tedeschi dell’est vengono in flusso inarrestabile, piangono, si piange tutti. Non importa di che nazionalità si è, ne importa che lingua si parli, in questo momento ci si capisce benissimo e ci si sente davvero fratelli. Ma non tutti ci credono, non tutti si fidano. Ho visto gente venire con la valigia. Può darsi che questa sera le cose precipitano improvvisamente e non vogliono rischiare di dover restare di nuovo di là del muro. L’altra notte mi raccontavano alcune persone, che visibilmente non avevano dormito, è stata incredibile. I confini si sono aperti e non occorreva presentare alcun documento, le gente entrava e usciva libera come si fosse trattato di transitare su una pizza qualunque, su una strada qualunque. La notte tra il 9 e il 10 novembre nessuno ha chiuso occhio, si veniva a Berlino ovest solo per vedere come era un pezzo di città che qualcuno non aveva mai potuto vedere mai in vita sua, o si veniva in visita da parenti e amici lontani. È stata una notte speciale, alcuni cittadini orientali, è vero, venivano con i bagagli increduli. Hanno subito trovato alloggio dagli americani, dai francesi, nella Turnhalle ma gli altri, la maggior parte, semplicemente poggiavano il piede sul solo occidentale, nella libertà.”A scrivere queste righe era Maria Beatrice Bertoldo nel suo diario “Uno straordinario torrente”, italiana a Berlino proprio in quegli anni. Il percorso psicologico di una gravidanza e del relativo parto, nel quadro di un difficile rapporto fra un’insegnante italiana e un insegnante tedesco che si trasferiscono a Berlino, quando cade il muro. L’emozione di scrivere qualcosa che sarebbe rimasto per sempre nella storia, caratterizzato dalla parola “libertà”.