
Nel 1977 l’archeologo Manolis Andronikos fece una scoperta sensazionale nella necropoli reale di Vergina: la tomba inviolata di Filippo di Macedonia, padre del grande Alessandro. Sebbene molto si sia scritto sulla morte di Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, alcune domande sono ancora senza risposta. Secondo i cronisti, il giorno delle nozze di sua figlia Cleopatra una giovane guardia del corpo del re, di nome Pausania, con il quale forse Filippo aveva una relazione gli si avvicinò davanti alla folla e con una spada gli assestò un colpo mortale
L’assassino fu subito ucciso dai soldati che avrebbero dovuto proteggere il re, privandoci così della possibilità di conoscere maggiori dettagli sul crimine. Chi trasse maggior beneficio da questo evento fu il giovane Alessandro, che aveva con il padre rapporti difficili, legati agli screzi che dividevano Filippo dalla moglie Olimpiade, madre di Alessandro. Fu questo il motivo per cui si diffuse una diceria secondo la quale madre e figlio avrebbero fomentato l’assassinio. Ma i pettegolezzi su questo evento erano destinati a durare poco: davanti alle spoglie del padre, Alessandro venne riconosciuto re e qualunque accusatore si sarebbe dovuto confrontare con il nuovo sovrano. In ogni caso, l’inaspettata morte di Filippo II rese urgente l’edificazione di una tomba reale. Nonostante la fretta, il mausoleo di colui che fu il più grande re di Macedonia doveva essere eccezionale e per questo fu edificato ad Aigai (attuale Vergina), antica capitale macedone nella quale tradizionalmente venivano sepolti i sovrani. Con il tempo, la gloria di Filippo iniziò a sbiadire e la stessa Aigai cadde nell’oblio. Nemmeno i saccheggiatori di tombe ricordavano il luogo dove giaceva Filippo II. Solamente nel 1977, quando l’archeologo greco Manolis Andronikos scoprì la sepoltura del monarca, il silenzio della cripta si ruppe.