Il neoliberismo dice ‘è colpa tua se sei povero’

Ma in Italia si va anche oltre. Viviamo la nostra esistenza chiusi nel paradigma temporale del semestre di bilancio delle aziende in nome della produzione incessante e costante di denaro in più. In questi ‘bilanci’ – che regolano ogni aspetto della nostra vita, dagli aumenti di costi dei prodotti e dei servizi alle condizioni ambientali in cui ci troviamo – non c’è ovviamente traccia di voci inerenti a eventuali costi a ‘lungo termine’ come quelli ambientali e sociali.

Nonostante questo, capita spesso di ascoltare concetti come questo: “Dobbiamo essere noi consumatori cambiare le nostre abitudini…”. Devo dire che è irritante, per essere moderato, questo assunto inspiegabilmente molto gettonato per cui la soluzione del problema ambientale dipenda da un cambio di comportamento consapevole dei cittadini.Intanto siamo in queste condizioni proprio perché le abitudini dei consumatori vengono continuamente cambiate con bisogni e, soprattutto, necessità indotte e affini. Io negli anni ‘90 scrivevo a matita sul pentagramma, inviavo per posta il manoscritto all’editore e lui lo pubblicava. Nel ’99 l’editore mi comunicò il fatto che tutto dovesse essere fatto tramite computer, altrimenti non sarebbe più riuscito a stare sul mercato. Per poter lavorare ho dovuto acquistare il computer. Queste sono necessità imposte dal mercato (non ne faccio una questione di valore, ovviamente, ma solo fornisco il dato oggettivo), non vezzi di cattivi consumatori. Chi se la passa economicamente bene non ha grossi problemi (in ogni caso incombenze in più), ma vogliamo chiedere come gli butta, per una volta almeno, non alla famiglia del Mulino Bianco, ma ad una famiglia monoreddito che vive in 40 metri quadrati? O a chi ha disabili gravi che hanno chili di pannoloni, traversine e altre amenità da smaltire al giorno? Ma la dottrina del “È colpa tua e ti assumi le tue responsabilità” in Italia va anche oltre, come visto da qualche anno. Non ci sono posti letto nelle terapie intensive durante la pandemia? La colpa è ‘solo’ (non ‘anche’) di chi non si è vaccinato che toglie spazio agli altri, mai delle privatizzazioni e dei conseguenti tagli alla sanità, che ci hanno privato di posti letto oltre che delle ‘strutture diffuse’ sul territorio degli ultimi 30 anni: meglio creare una bella spaccatura sociale, più semplice.

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