Perché l’anno comincia il primo gennaio?

Tutti diamo per scontato che il primo gennaio sia l’inizio del nuovo anno, ma non sempre è stato così. Qual è l’origine della tradizione? La tradizione che vede il primo gennaio come inizio dell’anno nuovo sembrerebbe legata alla riforma del calendario voluta da Giulio Cesare nel 46 a.C.

Quest’ultimo, infatti, quando promulgò il calendario giuliano, stabilì che l’anno iniziasse proprio il primo gennaio, al posto del primo marzo, come era consuetudine fino ad allora. Questa convenzione non restò però immutata nel corso del tempo, ma rimase valida fintanto che durò l’Impero romano. Nel Medioevo, praticamente ogni città adottò un proprio “stile di datazione”, utilizzando date diverse per l’inizio dell’anno. Secondo lo stile fiorentino e Pisano, per esempio, l’inizio dell’anno era il 25 marzo, che corrispondeva al giorno dell’Incarnazione, ovvero il giorno del concepimento di Gesù, nove mesi prima della sua nascita. Lo stile bizantino, osservato in Puglia, Calabria e Sardegna, prevedeva che Capodanno cadesse il primo di settembre. Per Venezia il primo marzo. E così via. Solo in età moderna, attraverso l’emanazione del calendario gregoriano (calendario solare in vigore in quasi tutti i Paesi del mondo), nel 1582, si tornò progressivamente alla tradizione che prevedeva il primo gennaio come inizio del nuovo anno.

Perché Capodanno è il primo gennaio: discrepanza nelle fonti

Finora abbiamo parlato di una delle ipotesi più accreditate e largamente condivise. Però, appunto, si tratta pur sempre di un’ipotesi. Il fatto ancora non è del tutto chiaro e sono presenti delle discrepanze nelle fonti. Stando a quanto dice l’Enciclopedia dei ragazzi Treccani, sembra proprio che la tradizione fosse già attestata nell’antica Roma, prima della promulgazione del calendario giuliano. Il primo gennaio come inizio dell’anno venne infatti stabilito nel 191 a.C. dalla lex Acilia de intercalatione, emanata dal pontefice massimo. La legge faceva addirittura riferimento alla tradizione instaurata dal secondo re di Roma, Numa Pompilio. Gennaio era poi il mese dedicato a Giano, il dio bifronte degli inizi, materiali e immateriali, che può guardare il passato e il futuro. Nella tradizione, veniva considerato il protettore delle porte e delle soglie, ed era dunque una figura legata simbolicamente ai riti di passaggio, come quello per il nuovo anno.

Il primo di gennaio cadeva inoltre durante i cosiddetti Saturnali, ovvero le feste in onore di Saturno. E questa non è una coincidenza da poco. Il dio celebrato in chiusura dell’anno era proprio Saturno: durante le feste a lui dedicate, i padroni servivano i propri schiavi e gli cucinavano sontuosi banchetti, le donne prendevano il posto degli uomini e i bambini degli adulti. Questo era il periodo dei contrari, in cui venivano eccezionalmente invertiti i ruoli della società. Uno stravolgimento delle regole in vista del ritorno all’ordine con l’inizio del nuovo anno.

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