
Ma come venivano costruiti? Prima erano deviati i corsi dei fiumi durante la stagione secca per mezzo di barriere temporanee, così potevano posare la base dell’opera sul terreno solido della riva del fiume. Dopo la realizzazione delle basi, venivano costruite le pile e staffe; queste strutture erano il cuore del ponte, supportando il peso dell’intera struttura e distribuendo efficacemente le forze su solidi piloni – un vero esempio di ingegneria avanzata!
La next step? La realizzazione degli archi, solitamente semicircolari, costruiti con massi di dimensioni uniformi, disposti ad arte. Una volta finiti gli archi, era il turno della piattaforma, costruita sopra e progettata per essere la continuazione della strada per un transito sicuro e agevole. Queste tecniche meticolose e i solidi metodi di costruzione romani ci hanno lasciato un patrimonio infrastrutturale invidiabile, con ben 33 ponti ancora intatti e funzionanti nella sola Hispania. Un’incredibile testimonianza del potere dell’innovazione e della durabilità! I ponti romani non solo sono un capolavoro strutturale, ma sorprendentemente, li possiamo trovare su tre diversi continenti: Europa, Asia e Africa. Chi potrebbe indovinare che l’incredibile ingegneria ai tempi dei romani sarebbe ancora attiva e funzionale al giorno d’oggi? Una panoramica sull’antica maestria romanilor ci riporta indietro nel tempo offrendoci la possibilità di apprezzare tutto ciò che l’umanità è riuscita a realizzare.