Il Comune di Arezzo e i lupi, ovvero scegliere la posizione della pecora

La proverbiale remissività della pecora deve aver ispirato gli amministratori comunali di Arezzo, la città ormai tristemente nota per essere la “Città dei lupi”. Chi è pratico di pastorizia sa che quando la pecora viene attaccata dal predatore, questa solo una iniziale blanda resistenza, ma poi si accascia e si lascia uccidere, senza accennare una benché minima opposizione.

Di fronte alla predazione si viene colti da un duplice sentimento, da un lato c’è la compassione per la povera vittima, ma dall’altro questa arrendevolezza suscita anche un po’ di rabbia, perché si fa fatica ad accettare così tanta remissività. Gli stessi sentimenti li suscita il virgolettato dell’Assessore Alessandro Casi, riportati nell’articolo di Francesca Muzzi nel “Corriere di Arezzo”.

Ma verranno rimessi? Una domanda che abbiamo girato all’assessore ai lavori pubblici Alessandro Casi che risponde: “Al momento non pensiamo di rimettere alcun animale. Nessuno li ha tolti per volontà. Alcuni sono morti di vecchiaia, altri invece sono stati vittime degli attacchi dei lupi”. In questi ultimi anni infatti ci sono stati diverse incursioni dei lupi che hanno ucciso le pecore che erano custodite nei recinti. “Avevamo messo delle reti molto alte per cercare di proteggere i nostri animali – continua Casi – ma i lupi sono riusciti ad arrampicarsi e ad entrare uccidendo le pecore che erano dentro. Abbiamo quindi deciso che, almeno per il momento, non ci saranno più animali. Non possiamo rischiare nuove predazione da parte dei lupi e quindi basta con i recinti.”

Questo non è semplicemente inaccettabile, è offensivo nei confronti di tutte quelle aziende che da oltre un decennio lamentano la situazione di degrado in cui sono costretti ad operare. Perché non solo le istituzioni non hanno mai accennato a sollecitare o ad intraprendere azioni per tutelare le persone e le aziende dai danni causati dalla sovrappopolazione incontrollata dai lupi, ma hanno sempre promosso l’approccio favolistico e fantascientifico della disinformazione animalista. Non dobbiamo dimenticare la pacca sulla spalla che Sindaco di Arezzo ha dato all’Assessore Carlettini, dopo il suo assurdo intervento in Consiglio Comunale in cui negava che ci fossero dei problemi con i lupi, era il 20 febbraio scorso.

Una riunione del Consiglio Comunale dove il comitato “Emergenza lupo – Arezzo” è stato diffamato impunemente da un Consigliere Comunale, tra il negazionismo dell’Assessore Carlettini ed il sorriso compiacente del Sindaco di Arezzo. Non dobbiamo dimenticare, e non lo faremo, dei patrocini conferiti alle iniziative che promuovono l’impossibile convivenza tra chi fa allevamento estensivo ed il lupo. Il Comune di Arezzo, ha denunciato il pastore Matteo Contena per aver manifestato con forza l’impossibilità di poter continuare a fare il pastore in un territorio infestato dai lupi, ma quando è il Comune stesso a non sapere come gestire la situazione cosa fa?

SI ARRENDE!
Si arrende perché non sa come difendere qualche decina di animali? Cosa dovrebbero fare i pastori?
Questa amministrazione comunale ha dimostrato per l’ennesima volta quello che vale. Consigliamo all’Assessore Casi di presentare la domanda per il corso di formazione per i pastori, organizzato dal Parco delle Foreste Casentinesi e da “Difesa Attiva”, i termini scadono tra pochi giorni. Secondo questi fautori della “FANTAPASTORIZIA”, il lupo e le prede possono convivere, si faccia spiegare da loro come è possibile, e si dia da fare. Perché se è vero che lupi e pecore possono convivere e lui che è pagato per risolvere i problemi non lo fa, ci troviamo di fronte ad una grave omissione.

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