
Molto tempo fa, nella parrocchia di Careste, si narrava che fosse esistito un convento di frati e suore. La leggenda racconta che dentro al convento nascessero “figli del silenzio”, spediti subito al limbo per non diffondere lo scandalo. Un giorno, una donna, che si era recata a lavare i panni nel fosso vicino, trovò un neonato ancora vivo avvolto in un fagotto di stracci.
Nessuno conosceva il seguito di quella storia, ma da allora, in quel punto preciso del fosso, dal nulla si alzava un gelido mulinello di vento. Tanto che il luogo fu chiamato appunto “il luogo del freddo”. Di notte capitava di sentir sbattere forte i panni contro i sassi e se uno si voltava, con la coda dell’occhio vedeva il folletto con le sembianze di un bambino appeso a un ramo, con gli occhi rossi, il cappello a punta e le scarpette di vetro. La leggenda vuole che le anime non battezzate dei bambini possano anche diventare folletti. tratto da un racconto di Tonina Facciani; che trovate completo sul suo libro “La custode delle case abbandonate”.