Pecorelli interrompe sciopero fame dopo la risposta della Corte

“Ho perso 6 kg”, | Ora può fare ricorso. Grazie ad un’associazione albanese – che ha sollecitato la Corte d’Appello a pubblicare atti – sono arrivate le motivazioni della sentenza | L’ex imprenditore si rivolgerà ora alla Cassazione Ha deciso di interrompere lo sciopero della fame dopo due settimane Davide Pecorelli, l’ex imprenditore e arbitro di San Giustino, detenuto ormai da tre mesi nella prigione 313 di Tirana

La svolta è arrivata ieri (31 luglio), quando la Corte d’Appello albanese ha finalmente depositato le motivazioni della sentenza di condanna, permettendogli così di poter presentare ricorso in Cassazione. Lo ha comunicato lo stesso Pecorelli in una nota scritta dal carcere, inviata alla stampa per il tramite del suo legale. Pecorelli era entrato in sciopero della fame il 16 luglio scorso, denunciando con una lettera scritta a mano e indirizzata alla Corte e al Consolato italiano le gravi condizioni di detenzione, condividendo una cella di 16 metri quadrati con otto persone, priva di acqua corrente e infestata dai topi. Ma soprattutto lamentava proprio l’impossibilità di presentare appello, a causa dell’assenza delle motivazioni della sentenza emessa dal Tribunale di Scutari, che lo ha condannato a 4 anni di reclusione per frode, incendio doloso e attraversamento illegale del confine di Stato. L’interessamento dell’associazione albanese “Avvocati del Popolo”, che ha preso a cuore il caso dopo aver visto la notizia su Syri Tv e sui media italiani, ha rappresentato un altro punto di svolta. L’organizzazione ha infatti inviato una raccomandata ufficiale alla Corte d’Appello sollecitando la pubblicazione degli atti, avvenuta finalmente – come detto – il 31 luglio. Ora Pecorelli potrà formalizzare il ricorso in Cassazione, con l’obiettivo di ottenere una misura cautelare meno restrittiva in attesa del processo di secondo grado, già fissato per il 18 settembre. “Da ieri ho ripreso a mangiare – ha scritto – ho perso sei chili, ma adesso posso almeno sperare di farmi sentire”. Nella stessa comunicazione, l’ex arbitro ha anche annunciato che l’associazione ha effettuato un’ispezione nella cella in cui è detenuto e presentato un esposto al ministro della giustizia albanese sulle condizioni carcerarie. Nel gennaio di 4 anni fa Pecorelli – sommerso dai debiti come da lui stesso dichiarato – aveva finto la sua morte, incendiando anche un’auto a noleggio nel villaggio di Gjegjan, a Puka. Nove mesi dopo (a settembre 2021) fu ritrovato naufrago su un gommone al largo dell’isola di Montecristo, dove si era diretto per cercare il fantomatico tesoro. Il via libera all’estradizione era arrivato un anno fa da parte della Corte di Appello. Lo scorso marzo è poi arrivata la decisione definitiva, con la conferma da parte del ministro della Giustizia italiano Carlo Nordio. Oltre due mesi fa, grazie alla collaborazione tra Interpol albanese e italiana, la procedura di trasferimento oltre Adriatico di Davide Pecorelli si era conclusa con l’ingresso in carcere l’8 maggio scorso.

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