
“Qui in carcere rischio il colera”. Pecorelli, condizioni disumane L’ambasciata Potrebbe fare di più” L’ex arbitro della sezione di Arezzo e imprenditore in Valtiberina si sfoga dopo l’appello alla Farnesina “Il giudice della sentenza definitiva è lo stesso che convalidò l’arresto”.
In Albania l’ex arbitro della sezione parla al telefono e commenta così l’intervento del ministro degli Esteri Tajani che, sollecitato dagli avvocati del 49enne di San Giustino umbro, ha fatto il punto sulle condizioni del “detenuto Pecorelli” promettendo massima attenzione in vista anche del processo di appello. L’ambasciatore, non si è mai visto – prosegue Davide – la situazione non migliora; viviamo in condizioni igieniche al limite, ogni giorno da qui parte un detenuto per l’ospedale e, fino ad ora, non abbiamo mai visto nessuno ritornare. Sono molto preoccupato, cerco di resistere ma non è facile” un sistema giudiziario, sul quale lo stesso ministero, al pari del Consolato italiano a Tirana, dovrebbe a vigilare garantendo un processo equo. Le autorità giudiziarie albanesi in primo grado hanno ritenuto colpevole Pecorelli dei reati di truffa aggravata ai danni del noleggiatore dell’auto (che l’ex arbitro ha risarcito, per una cifra ampiamente superiore al valore della vettura), incendio doloso, profanazione di sepolcro e attraversamento illecito della frontiera, condannandolo a 6 anni, ridotti a 4 con la condizionale, e richiedendone l’estradizione dal nostro Paese per scontare la pena.