STRABATEVZA I LIQUORI DEI CAMALDOLESI

Fin dal 1174 gli Annali Camaldolesi registrano contratti e commerci dove vigneti e vino sono merce di valore accanto a bestiame, cereali ed opere manuali e non a caso, poiché la felice collocazione di Strabatenza, adagiata su di un vasto pendio conosciuto con il nome di “Vignone”, favoriva la produzione di ottimi vini ancora oggi ricordati con nostalgia da coloro che ne gustarono l’aroma… e non furono pochi.

Due erano le qualità prodotte: un bianco di uve miste dal colore tenue e dal gusto delicato ed un sangiovese quasi frizzante facile a bersi, dalla vigorosa gradazione (12° – 13°) un po’ pericolosa e capace di stimolare, se la degustazione si prolungava, umori guerrieri o declamazioni ardite, quali quelle del Soldani, versificatore settecentesco, autore del poema enologico “Bacco in Romagna” che si concedeva inedite licenze poetiche:
“fa ripien d’alma fragranza
quel liquor di Strabatanza”.
Tratto dal libro “Il popolo di Strabatenza” a cura di C. Bignami, testi di O. Bandini, C. Bignami, S. Fabiani, R. Greggi, G. Marcuccini – 1991 Re Medello.

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