
La Scuola di Arti e Mestieri “G.O. Bufalini” celebra oggi un anniversario di storia, tradizione, innovazione e crescita continua – Presidente Giovanni Granci: “orgoglio e onore rappresentare una istituzione plurisecolare, eccellenza di un territorio dove sono cresciuti grandi artigiani e imprenditori” – Il plauso dei sindaci di Città di Castello e San Giustino, Luca Secondi e Stefano Veschi
Buon compleanno “Bufalini”: 116 anni e non sentirli – La Scuola di Arti e Mestieri “G.O. Bufalini” celebra oggi un anniversario di storia, tradizione, innovazione e crescita continua. Il 21 novembre 1909, con una pubblica manifestazione nel Palazzo Municipale, venne sancita la nascita della Scuola Operaia di Città di Castello. Un progetto a lungo vagheggiato dal ceto artigiano e operaio, così come dai più illuminati intellettuali locali, che vedeva finalmente concretizzarsi un luogo dedicato alla formazione tecnica e professionale delle nuove generazioni. La Scuola G.O. Bufalini festeggia oggi un anniversario plurisecolare che non rappresenta soltanto un momento celebrativo, ma un’occasione per ripercorrere una storia ricca di valori, impegno e trasformazione. Fin dalle sue origini, l’istituto ha perseguito l’obiettivo di offrire una formazione solida e completa, capace di unire conoscenze teoriche e competenze pratiche, in risposta alle evoluzioni sociali e produttive del territorio. L’istituto ha avuto l’onore di essere stato protagonista di un rapporto diretto, seppur di breve periodo, col celebre artista tifernate Alberto Burri. La storia narra, infatti, che il maestro realizzò una sua opera nel 1948 nei locali della scuola dato che ne aveva richiesto l’utilizzo per la realizzazione di alcune sue opere. Burri, all’epoca non ancora considerato un artista di livello mondiale, si dilettò a disegnare, sul retro di un registro utilizzato dall’istituto, questa piccola opera che poi decise di regalare alla Scuola come segno di riconoscenza e ringraziamento per l’utilizzo dei locali. Da allora l’opera è rimasta a scuola per diversi anni prima di essere consegnata alla Fondazione Palazzo Albizzini che ancora oggi la custodisce nella “Collezione Burri”. Tradizione e innovazione: un binomio vincente. La Scuola G.O. Bufalini ha saputo mantenere salde le proprie radici storiche pur rinnovandosi costantemente. Oggi l’istituto continua a evolversi, arricchendo la propria offerta formativa con tecnologie moderne e metodologie didattiche aggiornate, senza mai perdere di vista le tradizioni che hanno guidato il suo percorso. Tra le novità più significative, a breve sarà inaugurato un nuovo laboratorio di falegnameria, pensato per offrire agli studenti un ambiente attrezzato e contemporaneo in cui sviluppare abilità manuali e progettuali. Un investimento che conferma l’impegno costante verso una formazione pratica e di qualità. Efficienza energetica e sostenibilità per una scuola del futuro.
Parallelamente, la scuola sta portando avanti importanti interventi di efficientamento energetico, orientati a rendere l’istituto più sostenibile, confortevole e all’avanguardia. Un passo fondamentale per garantire un ambiente di apprendimento moderno, sicuro e rispettoso dell’ambiente, in linea con le esigenze educative e sociali del presente. “Un anniversario che guarda avanti – ha dichiarato con orgoglio il presidente Giovanni Granci a nome del consiglio di amministrazione e di tutti i dipendenti e docenti della scuola, affiancato dal direttore Marco Menichetti. Con questi progetti e una visione sempre rivolta al futuro, la Scuola G.O. Bufalini continua a preparare le nuove generazioni ad affrontare con competenza e consapevolezza un mondo in trasformazione. L’anniversario rappresenta quindi un momento di riflessione, ma soprattutto di rinnovato slancio verso le sfide e le opportunità che ancora verranno. Oggi è una giornata speciale per tutti noi e per la comunità locale e regionale”. Il plauso dei sindaci di Città di Castello e San Giustino, Luca Secondi e Stefano Veschi, che hanno sottolineato con orgoglio il raggiungimento di un traguardo storico vanto di una intera comunità: “buon compleanno Bufalini”.
LA STORIA
Il 21 novembre del 1909 una pubblica manifestazione nel Palazzo Municipale sancì la nascita della Scuola Operaia di Città di Castello, a lungo promossa dai migliori intellettuali locali. A quel tempo la maggior parte dei cittadini viveva nelle campagne dove l’attività prevalente era senz’altro l’agricoltura. La crescente necessità di lavoro e di nuove occupazioni spinse molti a cercare lavoro all’estero anche se un certo dinamismo stava nascendo nell’industria meccanica. Piccole botteghe di falegnami, fabbri, decoratori e scalpellini sopravvivevano faticosamente in angusti e poco salubri ambienti insegnando ai garzoni una professionalità ricca di saperi tradizionali, ma ormai insufficiente in un mondo che richiedeva sempre più prodotti nuovi, conoscenze tecnologiche, raffinatezza e precisione di esecuzione. Fu in questo difficile contesto che Giulio Pierangeli, al tempo figura emergente della democrazia tifernate, venne messo a capo della Società Patriottica degli Operai. Ad alimentare concrete speranze nello sviluppo della scuola furono le vicende del marchese tifernate Giovanni Ottavio Bufalini che, deceduto nel 1896, aveva disposto che una parte ingente del suo patrimonio venisse devoluto a favore di “una istituzione di beneficenza” a favore di esercenti arti e mestieri nei comuni di Città di Castello e San Giustino. Fu così che nel 1920 la scuola diventò “Officina”. La Scuola ha attraversato e superato periodi difficili della storia italiana come la Grande guerra, la crisi degli anni 30 e la seconda guerra mondiale anche grazie all’aiuto della cittadinanza e di personalità della società tifernate ed altotiberina. Dal punto di vista della formazione professionale la “Bufalini” divenne il punto di riferimento soprattutto di quei giovani che non potevano, o volevano, proseguire gli studi dopo la scuola elementare e abbisognavano delle competenze per inserirsi presto e bene nel mondo del lavoro. La scuola ebbe il merito di rifornire con continuità un mercato del lavoro in espansione degli operai specializzati richiesti: tornitori, aggiustatori, forgiatori, saldatori, mobilieri, intagliatori, carpentieri e cementisti. La scuola, già in quegli anni, aveva un ruolo fondamentale per la comunità altotiberina dal punto di vista della formazione professionale ma non solo. L’istituto ha avuto l’onore di essere stato protagonista di un rapporto diretto, seppur di breve periodo, col celebre artista tifernate Alberto Burri. La storia narra, infatti, che il maestro realizzò una sua opera nel 1948 nei locali della scuola dato che ne aveva richiesto l’utilizzo per la realizzazione di alcune sue opere. Burri, all’epoca non ancora considerato un artista di livello mondiale, si dilettò a disegnare, sul retro di un registro utilizzato dall’istituto, questa piccola opera che poi decise di regalare alla Scuola come segno di riconoscenza e ringraziamento per l’utilizzo dei locali. Da allora l’opera è rimasta a scuola per diversi anni prima di essere cons