
Questa fotografia, proveniente dell’archivio della Sig.ra Natalina Teobaldelli, figura di riferimento in ambito locale per la sua cultura e partecipazione alla vita della comunità di Sestino, è una delle immagini più toccanti del primo dopoguerra italiano. Cattura l’istante in cui la comunità sestinese, come tante altre cittadine della penisola, esplose di gioia spontanea al comunicato ufficiale del Bollettino della Vittoria alle ore 12 di quel 4 novembre 1918.Il contesto storico del momento: Il Bollettino della Vittoria, emanato dal Comando Supremo del generale Armando Diaz, annunciava ufficialmente la resa dell’Impero austro-ungarico e la fine della prima guerra mondiale per l’Italia.
Ma per le famiglie sestinesi, come per quelle di migliaia di comuni italiani, questo significava soprattutto una cosa: la speranza di rivedere i giovani della classe del ’99. Quei ragazzi, nati nel 1899, erano stati i protagonisti assoluti degli ultimi mesi di guerra. Arruolati nel 1917 dopo la disfatta di Caporetto, erano appena diciottenni quando li avevano mandati al fronte sul Piave, al Grappa e al Montello.Impreparati ma coraggiosi, avevano cantato marciando verso le linee nemiche, incarnando l’ultimo sforzo disperato di una nazione in ginocchio.Il generale Diaz stesso li aveva lodati, affermando che avevano dimostrato di “essere degni del retaggio di gloria che su loro discende”.Il significato della foto: bandiere dai balconi.La foto testimonia il momento in cui quella speranza prima consegnata all’ansia per tre anni si trasformò in festa spontanea e collettiva.Le bandiere italiane si spiegarono dai balconi della casa, quale segno di letizia nazionale e di appartenenza a una comunità finalmente unita nella speranza di ricongiungersi con i propri cari.L’architettura dell’edificio è quella tipica dell’Italia centro-settentrionale della fine dell’Ottocento: una casa con balconi decorati da ringhiere in ferro battuto, spazi pubblici e privati che caratterizzavano i comuni rurali e agricoli della Penisola. Questi balconi non erano semplici appendici costruttive, ma luoghi simbolici di vita pubblica.Dal balcone ci si affacciava sulla piazza e sulla comunità, dal balcone si assisteva alle processioni, dalle finestre ci si intratteneva con i vicini.Ed era dal balcone che, naturalmente, spuntavano le insegne nazionali nei momenti solenni.La festa della vittoria come fenomeno spontaneo:Quello che rende straordinaria questa immagine è che la festa del 4 novembre 1918 in Italia non era stata organizzata dalle autorità centrali.Anzi: la classe dirigente aveva scelto deliberatamente di rinunciare alle celebrazioni postbelliche per paura che potessero diventare pretesto di disordini di piazza.A questo silenzio del potere centrale risposero spontaneamente i comuni di tutto il territorio: una galassia di iniziative locali trasformò il dolore del conflitto in monumenti della memoria e in celebrazioni spontanee.La foto di Natalina Teobaldelli racconta proprio questo: non un evento organizzato dall’alto, ma la reazione istintiva, spontanea, emotiva di una comunità intera nel momento in cui tornava a sperare di riavere i propri giovani.Le persone hanno semplicemente preso le bandiere e le hanno issate dai balconi, come per dire: “Siamo qui, siamo vivi, e i nostri ragazzi torneranno”.Il significato profondo per Sestino:Per Sestino in particolare, come per tante comunità di montagna e di confine, la guerra era stata ancora più dura.Se la foto è stata conservata e tramandata da Natalina Teobaldelli fino ad oggi, significa che quella celebrazione rappresentava un momento di ricongiunzione emotiva straordinario per la comunità locale: il ritorno della speranza, la fine dell’angoscia quotidiana, la possibilità di ricominciare a vivere.Inoltre, il fatto che si tratti di una foto originale donata decenni dopo suggerisce quanto fosse significativa: Natalina ha conservato questo scatto per tutta la vita, come testimonianza della felicità, della solidarietà e della speranza che attraversò le comunità italiane in quel momento di transizione tra la guerra e il primo dopoguerra.Un documento di storia della memoria:Questa fotografia è quindi doppiamente preziosa.Innanzitutto come documento storico: ci mostra come le comunità locali italiane celebrarono la vittoria e come la festa nazionale avvenne attraverso gesti semplici ma pieni di significato, le bandiere issate dai balconi, i cittadini che si affacciavano in festa.E in secondo luogo come documento della memoria: attraverso la preservazione e la donazione da parte di Natalina Teobaldelli, rimane una traccia vivente di come i sestinesi, i nostri antenati, hanno reagito al momento più atteso del dopoguerra.
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