Guido Monaco e i 1000 anni dalla notazione guidoniana

Arezzo, Con gli occhi della città”, ad Arezzo la mostra dedicata a Guido Monaco con frammenti e codici per la prima volta esposti al pubblico  L’esposizione, corredata da video che aiutano a comprendere il ruolo cruciale svolto dalla città nella storia musicale occidentale, si terrà dal 19 dicembre al 28 febbraio 2026 presso la Fraternita dei Laici in Piazza Grande

 Le ricostruzioni storiche e i contenuti digitali facilitano la comprensione dei materiali esposti e restituiscono un ritratto vivido dell’Arezzo medievale come laboratorio culturale di primissimo piano. Essi documentano con straordinaria chiarezza gli sviluppi della notazione del repertorio liturgico, comunemente noto come canto gregoriano Arezzo celebra Guido Monaco e la sua rivoluzionaria invenzione della scrittura musicale su rigo, a distanza di mille anni dalla sua notazione: si inaugurerà venerdì 19 dicembre  alle ore 17 presso la Fraternita dei Laici, nella centrale Piazza Grande, “Con gli occhi della città”, percorso espositivoin cui circa una ventina tra frammenti e codici di valore saranno per la prima volta esposti al pubblico. L’iniziativa, visibile fino al 28 febbraio, aiuta a comprendere il ruolo cruciale svolto dalla città nella storia musicale occidentale, entrando nella formazione culturale e musicale di Guido Monaco, nella sensibilità teorica e pedagogica straordinarie di un personaggio che dalla storia è passato alla leggenda. Sarà un raro viaggio nella storia della notazione musicale e nel patrimonio documentario della città che accolse Guido nel suo fondamentale periodo di attività. Ad organizzarla Fondazione Guido d’Arezzo, in collaborazione con la Confraternita dei Laici.  “Con gli occhi della città”, a cura degli esperti Cecilia Luzzi (Conservatorio di Cesena-Rimini e coordinatrice del Centro Studi Guidoniani), Giovanni Cunego (Università di Pavia-Cremona), Pierluigi Licciardello (Università di Bologna) – autore anche di un approfondimento video dedicato al Pionta, il luogo in cui Guido viveva e lavorava all’interno della cittadella vescovile – e Pietro Moroni (Università di Catania), espone frammenti e manoscritti medievali conservati presso l’Archivio diocesano e capitolare di Arezzo, l’Archivio di Stato di Arezzo e la Biblioteca “Città di Arezzo”, quasi tutti per la prima volta resi visibili al pubblico.  “Dopo il grande convegno internazionale, l’esposizione dedicata a Guido d’Arezzo – dichiara Pierluigi Rossi, primo Rettore della Fraternità dei Laici – vuole recuperare e valorizzare la figura di Guido d’Arezzo come simbolo identitario della nostra città. È un lavoro a cui, insieme ai miei collaboratori, stiamo dedicando grande impegno. Rivolgo l’ invito a visitare la Mostra per conoscere storici e preziosi manoscritti musicali custoditi nella nostra città”. “La mostra – aggiunge Cecilia Luzzi, coordinatrice del Centro Studi Guidoniani della Fondazione Guido d’Arezzo – nasce dal lavoro di ricerca accademica, storica e musicologica dei curatori che tuttavia  hanno cercato di rendere accattivanti e comprensibili a tutti, attraverso video, pannelli di commento e didascalie, le conoscenze specialistiche acquisite, per avvicinare la città e i visitatori della mostra alla conoscenza di Guido, della cultura aretina nell’alto Medioevo e delle fonti della civiltà musicale occidentale”.

Accolto dal vescovo Teodaldo come maestro dei fanciulli cantori di San Donato a Pionta, dopo l’esperienza a Pomposa, Guido d’Arezzo elaborò ad Arezzo il suo metodo pedagogico basato sulla notazione su rigo, descritto per la prima volta nel Prologus ad antiphonarium. Questa intuizione destinata a cambiare la formazione musicale ecclesiastica e, di fatto, la storia della musica d’arte occidentale, viene ripercorsa attraverso materiali e testimonianze d’eccezione provenienti dagli istituti cittadini. Sebbene i testimoni più antichi non risalgano direttamente al tempo in cui Guido operò nella cittadella vescovile di Pionta, essi documentano con straordinaria chiarezza gli sviluppi della notazione del repertorio liturgico, comunemente noto come canto gregoriano, dai decenni immediatamente successivi. Manoscritti in notazione neumatica, guidoniana e quadrata su tetragramma illustrano l’evoluzione delle forme di scrittura musicale tra IX e XII secolo, offrendo ai visitatori una lettura diretta e concreta dei processi che resero possibile il passaggio alla notazione moderna. Il percorso espositivo è arricchito da pannelli di approfondimento, video e installazioni multimediali dedicate alla storia della notazione musicale e al contesto storico-culturale della città nell’XI secolo, con particolare attenzione alla cittadella vescovile sul Colle di Pionta, luogo in cui Guido sviluppò il suo metodo destinato a diventare fondamento della cultura musicale occidentale. Le ricostruzioni storiche e i contenuti digitali facilitano la comprensione dei materiali esposti e restituiscono un ritratto vivido dell’Arezzo medievale come laboratorio culturale di primissimo piano. L’esposizione si integra con quella museale della Fraternita dei Laici.

L’appuntamento si collega al Convegno Internazionale di Studi “Mille anni di notazione musicale guidoniana” tenutosi dal 2 al 4 dicembre a cura del Centro Studi Guidoniani e dei musicologi Mauro Casadei Turroni Monti (Università di Modena e Reggio Emilia), Cecilia Luzzi (Conservatorio di Cesena-Rimini), Stefano Mengozzi (University of Michigan) e Marco Uvietta (Università di Trento).

Fondazione Guido d’Arezzo

3 thoughts on “Guido Monaco e i 1000 anni dalla notazione guidoniana

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