John Fitzgerald Kennedy a Dallas il 22 novembre 1963 apre le porte alla storia alternativa del Novecento

Un’ipoteca così lieve sulla vita di John Fitzgerald Kennedy a Dallas il 22 novembre 1963 apre le porte a uno degli esercizi di storia alternativa più profondi e suggestivi del Novecento.Ecco una possibile ricostruzione di ciò che sarebbe potuto accadere:Immediate conseguenze (Novembre 1963 – 1964):1. Trionfo politico immediato: Kennedy, con quel cerotto sulla guancia e la storia della miracolosa sopravvivenza, sarebbe diventato un’icona vivente. La sua popolarità sarebbe schizzata alle stelle.

L’immagine del Presidente ferito ma stoico, ritratto (come nella tua foto ipotetica) con Lyndon B. Johnson e una Marilyn Monroe visibilmente sollevata, sarebbe diventata l’immagine stessa della resilienza americana. La “leggenda di Camelot” si sarebbe cementata ancor più nella realtà.2. Una nazione unita, non traumatizzata: L’America non sarebbe piombata nel lutto collettivo, nella psicosi del complotto e nella perdita di innocenza che invece caratterizzarono la nostra storia. Sarebbe stata una nazione unita dallo shock ma galvanizzata dalla vittoria del suo leader sul caos e sulla morte.3. Fine politica di Lyndon B. Johnson: Johnson, pur restando Vicepresidente, non sarebbe mai diventato Presidente. La sua enorme abilità legislativa sarebbe stata messa al servizio dell’agenda di JFK, ma la sua ascesa alla massima carica sarebbe svanita.Il corso della storia (1964-1968 e oltre):1. Le elezioni del 1964: Kennedy, da eroe nazionale, avrebbe spazzato via Barry Goldwater con una vittoria ancora più schiacciante di quella che ottenne Johnson nella realtà. Il suo mandato sarebbe stato interpretato come un “secondo inizio”, con un mandato popolare fortissimo.2. La Guerra del Vietnam: Questo è il punto di svolta più grande. Kennedy, sempre più scettico sull’impegno in Vietnam (come suggerito da alcuni documenti e dal suo ordine di ritirare 1.000 consiglieri entro fine ’63), avrebbe molto probabilmente evitato l’escalation massiccia che Johnson attuò. Senza i 500.000 uomini e i bombardamenti incessanti, il conflitto sarebbe rimasto un’azione di contro-insorgenza limitata. È plausibile che, non volendo “perdere” il Vietnam ma non volendo neanche un bagno di sangue, JFK avrebbe cercato una soluzione politica o un disimpegno graduale, cambiando radicalmente la storia del Sud-est asiatico e degli Stati Uniti, evitando il tremendo trauma nazionale, le proteste e la “Crisi di Credibilità”.3. Politica interna: Con la sua popolarità e un Congresso favorevole, avrebbe potuto spingere con più forza per la sua agenda sui diritti civili. Tuttavia, la vera svolta legislativa (Civil Rights Act del 1964, Voting Rights Act del 1965) fu merito della maestria parlamentare di Johnson. Con JFK vivo, quelle leggi sarebbero forse arrivate, ma in forma diversa e forse con più difficoltà. La “Great Society” di Johnson, con i suoi programmi sociali, non sarebbe esistita nella sua forma attuale.4. La Guerra Fredda: Il canale di comunicazione privato con Krusciov, cementato dopo la crisi dei missili di Cuba, sarebbe continuato. Avremmo probabilmente visto una distensione (détente) anticipata di qualche anno. Il confronto con l’URSS sarebbe rimasto acceso, ma con un tono più dialogante. Il famoso discorso di Kennedy all’American University del giugno ’63 (sulla pace e il disarmo) sarebbe diventato la linea guida del suo secondo mandato.5. Cultura e società: L’ottimismo degli anni ’60, invece di essere spezzato a Dallas, sarebbe proseguito. La controcultura sarebbe nata lo stesso, ma senza l’elemento di profonda sfiducia nel governo e nell'”Establishment” generato dagli omicidi (JFK, MLK, RFK) e dal Vietnam. Il “sogno” di Camelot sarebbe sopravvissuto, almeno simbolicamente.6. La famiglia Kennedy: Robert Kennedy non sarebbe passato alla politica nazionale come candidato presidenziale “redentore” nel 1968, ma sarebbe rimasto un influente Attorney General o senatore. Ted Kennedy non avrebbe vissuto sotto la spada di Damocle dell’essere “l’ultimo fratello”. Molte tragedie familiari successive potrebbero essere state evitate in un clima psicologico diverso.Il nostro mondo oggi, in questa linea temporale, sarebbe profondamente diverso:· Gli Stati Uniti: Una nazione meno cinica, meno polarizzata forse, che non ha vissuto l’agonia del Vietnam come guerra totale e il trauma di una serie di assassinii politici. La fiducia nelle istituzioni sarebbe stata più alta.· Il Vietnam: Un paese riunificato comunista forse lo stesso, ma dopo un conflitto molto meno distruttivo. Nessun genocidio in Cambogia scatenato dai bombardamenti americani? Molto probabilmente.· La Guerra Fredda: Un crollo dell’URSS forse anticipato, o una transizione meno brusca.· La memoria collettiva: Il “secolo americano” sarebbe apparso come una marcia trionfale, con una pausa di terrore a Dallas subito superata, e non come una serie di tragedie che erodono un sogno.In conclusione, quel graffio sulla guancia sinistra non avrebbe solo risparmiato la vita a un uomo, ma avrebbe risparmiato all’America e al mondo intero una ferita profonda. Il nostro mondo sarebbe stato percepito come un luogo più sicuro, più ottimista e più lineare, dove la Storia sembra procedere per volontà degli eletti, e non per il cieco caos di un proiettile. Quella foto con Johnson e Marilyn, quindi, non sarebbe solo una curiosa istantanea, ma l’icona di un XX secolo alternativo, fondamentalmente più speranzoso.

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