
La Stella di Betlemme, il fenomeno celeste che secondo il Vangelo avrebbe guidato i Magi fino al luogo di nascita di Gesù, potrebbe essere stata una cometa realmente osservata nel cielo del 5 a.C. A sostenerlo è un nuovo studio dallo scienziato della NASA Mark Matney, che ha ricostruito l’orbita di un oggetto registrato negli annali cinesi di oltre duemila anni fa
Nel Vangelo di Matteo, la stella appare dapprima “in Oriente”, poi “precede” i Magi nel breve viaggio da Gerusalemme a Betlemme, fino a “fermarsi” sopra il luogo in cui si trovava il bambino Gesù. Lo studio di Matney mostra come la cometa del 5 a.C. — la cui dinamica orbitale è stata ricostruita con una nuova tecnica numerica — possa aver prodotto esattamente quella sequenza visiva. Partendo dalle osservazioni storiche, Matney ha modellato orbite compatibili con i dati cinesi e individuato traiettorie che portano la cometa a passare molto vicina alla Terra all’inizio di giugno del 5 a.C. Nella ricostruzione dell’orbita, l’oggetto si trova tra 380.000 e 400.000 km dalla Terra — una distanza paragonabile a quella della Luna — condizione che può creare quello che gli astronomi chiamano “moto geosincrono temporaneo”: vista dalla Terra, la cometa può sembrare che rallenti, fino a fermarsi, perché la sua velocità orbitale si allinea con quella della rotazione terrestre. Un effetto che riproduce esattamente la particolare descrizione fornita dal Vangelo.
“Questo è il primo candidato astronomico per la Stella di Betlemme mai identificato, che avrebbe potuto avere un moto apparente corrispondente alla descrizione nel Vangelo di Matteo” scrive Matney nell’abstract dello studio. Secondo i suoi calcoli, la cometa avrebbe potuto apparire straordinariamente luminosa, visibile anche in presenza di luce diurna. “Sarebbe stata facilmente visibile di giorno e straordinariamente luminosa” osserva l’autore, citando analogie con passaggi ravvicinati della moderna osservazione cometaria. Matney ricorda, ad esempio, il caso della cometa Siding Spring, che nel 2014 passò vicino a Marte. “Sebbene rari, passaggi così ravvicinati sono possibili” aggiunge. I calcoli di Matney collocano il passaggio critico all’inizio di giugno del 5 a.C.: dalla Giudea la traiettoria risultava allineata con la via che da Gerusalemme porta a Betlemme. Così, mentre i Magi si muovevano verso sud, l’oggetto avrebbe potuto “precederli” visivamente e poi “indugiare” sopra il punto dell’arrivo, dando l’impressione che la cometa si fosse fermata proprio lì Lo studio non descrive solo dinamica orbitale: integra analisi culturali e storiche per spiegare perché una cometa appariscente sarebbe stata interpretata come un segno dai Magi. Matney confronta le osservazioni con le tradizioni astrologiche del tempo, testi greco-romani e presagi cuneiformi, mostrando come una cometa luminosa potesse assumere significati politici e religiosi che giustificano un viaggio rituale. Matney stesso è prudente: la proposta della cometa del 5 a.C. come Stella di Betlemme è una possibile spiegazione, non una prova definitiva. Ma il valore dello studio sta nella combinazione di dati storici, simulazioni orbitali e contesto culturale: per la prima volta viene presentato un candidato la cui orbita riproduce le tre fasi descritte nel Vangelo di Matteo — apparizione, guida e sosta — con parametri fisici plausibili.
La Stella di Betlemme: i dettagli dello studio sulla cometa del 5 a.C.
Lo studio di Mark Matney calcola l’orbita di una cometa descritta nei registri astronomici cinesi della primavera del 5 a.C., visibile per oltre 70 giorni. Utilizzando modelli numerici innovativi, lo scienziato della NASA ha ricostruito le possibili traiettorie, scoprendo un’orbita che la portava a transitare vicino alla Terra e generava un moto “geosincrono temporaneo”. Matney sottolinea che questo fenomeno avrebbe potuto far sembrare la cometa “fermarsi” nel cielo, proprio sopra Betlemme, guidando così i Magi secondo il racconto evangelico. Lo scienziato evidenzia anche la coerenza con la cronologia storica della nascita di Gesù, collocata tra il 6 e il 5 a.C., e l’influenza delle antiche credenze astrologiche, dove le comete segnalavano nascite reali o eventi straordinari. “Una cometa visibile per mesi sarebbe stata inconfondibile, luminosa anche di giorno, e avrebbe facilmente catturato l’attenzione dei Magi” ha aggiunto Matney. Il calcolo della vicinanza alla Terra (simile alla distanza dalla Luna) rende plausibile l’osservazione diretta del fenomeno, spiegando in modo scientifico il raro movimento della Stella descritto nel Vangelo di Matteo. Lo studio rappresenta il primo tentativo scientifico coerente di ricostruire la Stella di Betlemme come oggetto astronomico reale, integrando osservazioni storiche, calcoli orbitali e interpretazioni culturali, distinguendosi da oltre 400 precedenti tentativi accademici basati su congiunzioni planetarie o ipotesi di supernova.
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