Confagricoltura Arezzo, non ci sono più annate buone per la frutticultura

Gelate tardive e grandinate: anche il 2023 è in sofferenza Tonioni: solidarietà alle aziende romagnole, l’importanza della prevenzione dal rischio idrogeologico. Ghini: tutelare le eccellenze «Non ci sono più annate buone per la frutticoltura», sono le parole di Antonio Tonioni, presidente della sezione economica frutticola per Confagricoltura Toscana. Dal 2019 ad oggi siccità, gelate tardive, grandinate o episodi alluvionali hanno danneggiato la produzione di pesche, albicocche e pere oltre che delle orticole.

«I fenomeni meteo avversi si ripetono con maggiore frequenza – spiega Tonioni – le aziende del settore sono colpite di continuo, i ricavi si riducono e anche lo spirito imprenditoriale ne risente. In agricoltura ci sta di passare uno o due anni non positivi, ma qui stiamo ormai al quinto consecutivo che lascia l’amaro in bocca. Il 2023 ha registrato le gelate dei primi di aprile, una grandinata lo scorso 12 maggio. I problemi riguardano la produzione di pesche e albicocche che registrano cali di produzione dal 50 al 70 per cento, per le pere potrebbe essere anche del 90 per cento. I danni verranno stimati a consuntivo quando i frutti saranno più grandi ma lo scenario è segnato». Per il rappresentante toscano dei frutticoltori anche la situazione di piogge persistenti rende difficile la messa a dimora delle orticole, come meloni, angurie, zucchine e pomodori: «Le previsioni meteo indicano un miglioramento delle condizioni per questi ultimi giorni della settimana, speriamo di riuscirci. Quello che chiediamo – prosegue Tonioni – è una maggiore attenzione per il comparto. Le aziende non hanno più risorse proprie da investire, c’è bisogno di creare liquidità per le aziende al fine di superare questo momento con strumenti per l’accesso al credito, anche a fronte dei costi crescenti per la manodopera». Altra questione da risolvere è quella del rischio idrogeologico: «Esprimiamo la nostra solidarietà alle aziende romagnole colpite dall’alluvione – prosegue Antonio Tonioni – questo terribile episodio deve stimolare ancora di più le nostre istituzioni e gli enti competenti a una costante manutenzione ordinaria e ad aumentare gli investimenti per gli interventi di progettazione e riduzione del rischio, perché le cose da fare vanno fatte adesso e non quando siamo nel mezzo dell’emergenza». «La frutticoltura è un’eccellenza del nostro territorio che va tutelata – dichiara il direttore di Confagricoltura Arezzo Gianluca Ghini – ma è anche un’attività produttiva importante da un punto di vista occupazionale, considerata la necessità di molta manodopera. È fondamentale un sostegno in una fase così difficile da parte di tutte le istituzioni per la tutela del prodotto e dei posti di lavoro. Fra le nostre eccellenze vanno ricordate, ad esempio, la mela Golden ruggine, la mela Stayman e la pesca. Un’alimentazione a base di frutta di stagione e legata al territorio è inoltre garanzia della bontà del prodotto e nutrizionale».

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