L’amico fraterno di Peppino Impastato Salvo Vitale morto, fondò con lui Radio Aut

Aveva 82 anni. Col militante di Democrazia proletaria, aveva intrapreso una battaglia civile contro Cosa nostra incarnata a Cinisi, suo paese natale, dal boss Gaetano Badalamenti. Poi dopo l’attentato in cui venne ucciso il “compagno” ha proseguito il suo impegno

Ci lascia un altro pezzo grande della nostra storia» Attivista, scrittore, professore, filosofo, poeta. « Sapersi riconoscere in un iniziale “Ora basta” e sapersi quindi attrezzare». Sul sito che curava, Ilcompagno.it, Salvo Vitale ha continuato a scrivere fino a poche settimane fa. Uno degli ultimi articoli parlava, ancora, di lotta contro la sopraffazione. Quella che lui ha combattuto per tutta la vita. Salvo Vitale è morto oggi, a 82 anni compiuti il 16 agosto. Insegnante, scrittore, attivista, militante antimafia: ha fondato Radio Aut assieme all’amico di sempre Peppino Impastato. Quando la mafia ha ucciso il giornalista e attivista, Vitale è stato tra le persone che hanno continuato a chiedere la verità, finché non l’hanno ottenuta: non era stato un suicidio, era stato un brutale assassinio. Per il quale anni dopo vennero condannati i mandanti: i boss Gaetano Badalamenti (‘u zu’ Tanu) e Vito Palazzolo.

Pochi anni fa, quando la Regione Siciliana stava completando le pratiche per l’esproprio del casolare di Cinisi dove si è consumato il delitto, a poche decine di metri dalla linea ferrata, Vitale ricordò: «Abbiamo raccolto brandelli di Peppino perfino dai cavi dell’elettricità. Poi siamo arrivati dentro e abbiamo visto le macchie di sangue». La memoria di Peppino Impastato e la battaglia contro la mafia sono state il faro che ha guidato la vita di Vitale per il resto dei suoi anni. Attraverso i libri che ha scritto e attraverso la testimonianza, che non ha mai smesso di fornire. Collaborava con Antimafia Duemila e con l’emittente televisiva Telejato di Pino Maniaci. Riccardo Orioles, dei Siciliani, su Facebook lo saluta: «Ciao Salvo. La lotta continua».

Luisa Impastato, nipote di Peppino perché figlia del fratello Giovanni, scrive: «Ci lascia un altro pezzo grande della nostra storia, una storia di ragazzi che volevano cambiare il mondo sfidando il potere della mafia e che oggi è diventata di molti». Arci Sicilia, esprimendo il cordoglio per la scomparsa, così lo descrive: «Compagno di strada e voce libera della nostra terra. Con lucidità e coraggio ha denunciato la mafia, difeso la memoria di Peppino Impastato e raccontato una Sicilia diversa, fatta di giustizia, diritti e partecipazione. Salvo non è stato solo un testimone, ma un punto di riferimento per chi crede nella forza delle parole e nell’impegno civile quotidiano. Ci ha insegnato che libertà e verità sono conquiste da difendere e rinnovare ogni giorno. Alla sua famiglia, alle sue compagne e ai suoi compagni va il nostro abbraccio sincero. Le nostre idee non moriranno

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