Il sindaco Luca Secondi annuncia in consiglio comunale che Sogepu si costituirà parte civile

nell’udienza preliminare che riguarda l’indagine sugli ex amministratori unici dell’azienda tifernate e di Sogeco. “A ulteriore tutela dell’interesse pubblico – ha detto il primo cittadino – il Comune di Città di Castello ha inoltre incaricato l’avvocato Francesco Falcinelli di valutare quali altre azioni possa essere necessario intraprendere”.

 Comune di Città di Castello ha inoltre incaricato l’avvocato Francesco Falcinelli di valutare quali altre azioni possa essere necessario intraprendere”. Il consiglio comunale approva un documento unitario sulla questione

Nel pieno rispetto del mandato dato dai Comuni soci di salvaguardare i rispettivi interessi e quelli societari, Sogepu si costituirà parte civile nell’udienza preliminare fissata per il prossimo 10 settembre dalla Procura della Repubblica di Perugia nell’ambito del procedimento giudiziario che coinvolge gli ex amministratori unici dell’azienda tifernate e di Sogeco. A ulteriore tutela dell’interesse pubblico, il Comune di Città di Castello ha inoltre incaricato l’avvocato Francesco Falcinelli di valutare quali altre azioni possa essere necessario intraprendere”. E’ quanto ha annunciato il sindaco Luca Secondi durante la seduta straordinaria del consiglio comunale di Città di Castello che, su richiesta di un quinto dei componenti dell’assemblea appartenenti ad alcuni gruppi consiliari di minoranza, è stata convocata nella residenza municipale di piazza Gabriotti nel pomeriggio di ieri per le valutazioni riguardanti la costituzione di parte civile dell’amministrazione tifernate e di Sogepu nel procedimento della magistratura che riguarda fatti avvenuti tra il 2015 e il 2022. Nel suo intervento, il sindaco Secondi ha chiarito che “il Comune di Città di Castello finora ha attivato insieme a Sogepu tutte le misure che sono state consigliate dai legali a tutela dell’interesse pubblico, agendo con spirito garantista, ma anche con il senso di responsabilità e il pragmatismo richiesto dalla serietà dell’indagine in atto”. Il primo cittadino tifernate ha voluto puntualizzare che “il consiglio comunale non è il luogo dove si consumano i processi”. In riferimento ai tre ordini del giorno per richiedere la costituzione di parte civile del Comune e di Sogepu, presentati nella seduta rispettivamente dalla consigliera Luciana Bassini (Gruppo Misto-Azione), dalla consigliera Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) e, congiuntamente, da Elda Rossi e Riccardo Leveque (FDI), Tommaso Campagni (FI) e Roberto Marinelli (Lista Civica Marinelli Sindaco), il primo cittadino ha formulato la proposta di redigere ed approvare un ordine del giorno unitario, condiviso da tutta l’assemblea. “Se il vero obiettivo politico in gioco stasera è quello di tutelare gli interessi del Comune e dei cittadini di Città di Castello – ha osservato Secondi – sono convinto che il consiglio comunale potrà esprimere una posizione unitaria, che prenda atto del fatto che sia Sogepu che il Comune di Città di Castello hanno già ottemperato a quanto richiesto dagli ordini del giorno presentati. Se invece la volontà di taluni esponenti della minoranza è quella di strumentalizzare la vicenda giudiziaria che riguarda Sogepu e Sogeco per contestare le scelte politiche sulla gestione dei rifiuti che sono state compiute nel tempo, allora le nostre posizioni politiche non potranno che restare distanti. Bisogna ricordare, infatti, che quelle scelte hanno permesso di vincere una gara pubblica per la gestione integrata dei rifiuti in Alta Umbria, di stabilizzare il personale e di realizzare l’impiantistica nel Polo di Belladanza, sulla quale attualmente si regge l’intero sistema dei rifiuti regionale”. La proposta di approvare un documento unitario avanzata dal sindaco Luca Secondi è stata accolta dai consiglieri proponenti, che, dopo un confronto sul testo finale con il primo cittadino e con gli altri capigruppo consiliari, hanno ritirato i rispettivi ordini del giorno. Il consiglio comunale ha, quindi, approvato all’unanimità dei presenti, con 18 voti favorevoli di PD, PSI, Lista Civica Luca Secondi Sindaco, Castello Cambia, Gruppo Misto-Azione, FI, Lista Civica Marinelli Sindaco, FDI, Castello Civica un ordine del giorno congiunto. Con il documento, il consiglio comunale riunito in sessione straordinaria “prende atto che il Comune di Città di Castello ha dato mandato a un proprio legale di valutare se sussistano i presupposti per procedere con la richiesta di costituzione di parte civile nel procedimento in corso a carico dell’ex amministratore unico della società partecipata Sogepu e degli altri soggetti in un eventuale rinvio a giudizio, al fine di tutelare il patrimonio, l’immagine e l’interesse generale dell’ente e della cittadinanza”; “dà mandato al sindaco di riferire tempestivamente al consiglio comunale sugli sviluppi della vicenda e sulle determinazioni eventualmente assunte, nel rispetto del principio di trasparenza verso l’organo consiliare e verso la cittadinanza”; “prende atto che la società partecipata Sogepu, a seguito del mandato ricevuto dai soci, ha assunto la determinazione di procedere con la richiesta di costituzione di parte civile”.Dibattito. La seduta straordinaria,convocata dal presidente Luciano Bacchetta ai sensi del regolamento su richiesta di un quinto dei consiglieri appartenenti ad alcuni gruppi di minoranza, aveva l’obiettivo di esprimere valutazioni in merito alla costituzione di parte civile da parte del Comune tifernate e di Sogepu nell’udienza preliminare relativa alle richieste di rinvio a giudizio riguardanti l’inchiesta della Procura della Repubblica di Perugia che coinvolge gli ex amministratori unici della stessa Sogepu e di Sogeco per fatti risalenti al periodo 2015-2022. In apertura di riunione i firmatari dei tre ordini del giorno oggetto dei lavori avevano illustrato i documenti e sostenuto la necessità di tutelare l’interesse pubblico. La consigliera Luciana Bassini (Gruppo Misto) aveva evidenziato che “l’opinione pubblica identifica le condotte dei vertici di Sogepu con l’operato del Comune, per cui se i reati contestati venissero confermati avrebbero un riverbero inevitabile sull’immagine e sull’onorabilità dell’ente pubblico”. “E’ giuridicamente legittimo e politicamente opportuno che il Comune si costituisca parte civile se intende tutelare la propria immagine pubblica”, aveva puntualizzato la rappresentante della minoranza, aggiungendo: “costituirsi parte civile non significa condannare qualcuno prima del giudizio definitivo, ma affermare con forza che il Comune prende le distanze da eventuali comportamenti illeciti e intende tutelare il proprio ruolo istituzionale e il proprio buon nome”. La consigliera Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) aveva dichiarato: “è venuto il momento di capire che cosa questo Comune intende fare. Se si sente o meno leso nella propria immagine, nei propri interessi pubblici, negli interessi dei cittadini, ha un’opportunità che è quella di costituirsi parte civile”. “Ci aspettiamo una posizione chiara e netta – aveva continuato la rappresentante della minoranza – perché l’ex amministratore unico di Sogepu per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio è stato nominato dal sindaco di Città di Castello, lo è stato per tre mandati consecutivi, per undici anni, nei quali il procuratore Cantone pare aver trovato una serie di riscontri circa l’esistenza di un fatto corruttivo”. “Il Comune – aveva concluso Arcaleni – deve essere in grado di fugare ogni dubbio nel momento in cui queste accuse venissero dimostrate e garantire una totale trasparenza, anche sulla costituzione di Sogeco”. La consigliera Elda Rossi (FDI) aveva evidenziato: “Sogepu è partecipata per il 91 per cento dal Comune. Questo significa che qualsiasi condotta scorretta, qualsiasi possibile illecito ovviamente non danneggia soltanto l’azienda, ma purtroppo colpisce tutti quanti i cittadini, che sono i veri azionisti di questa società”. L’esponente della minoranza aveva elencato cinque motivazioni a sostegno della necessità di costituzione di parte civile del Comune: “la tutela degli interessi economici legati a eventuali danni patrimoniali e la salvaguardia occupazionale dei dipendenti, qualora venisse invalidata l’aggiudicazione della gara”; “la tutela della credibilità e dell’immagine del Comune”; “la possibilità di monitorare direttamente l’evoluzione della situazione processuale”; “l’esercizio della responsabilità politica e la garanzia di trasparenza”; “la tutela del legame indissolubile tra il Comune e Sogepu, sulla cui base banche e fornitori hanno accettato di dilazionare i debiti e di fornire liquidità”. Nel condividere le posizioni espresse dal sindaco, il consigliere Gionata Gatticchi (PD) aveva chiarito: “per quanto non mi trovi in una situazione di conflitto di interesse, in una situazione di incompatibilità, visto il tema trattato ritengo opportuno non partecipare né al dibattito né alla votazione successiva, quindi lascerò l’aula”. “A volte ho visto una strumentalizzazione che ci può stare nel dibattito politico, ma è stata veramente in malafede – ha spiegato – per cui non voglio dare adito al fatto che io possa esprimere un giudizio o un voto condizionato da fattori esterni, non lo trovo giusto, né per la mia storia, né nei confronti dell’assise comunale”. Il consigliere Tommaso Campagni (FI) ha preso la parola per affermare che “la costituzione di parte civile del Comune sarebbe un’azione giusta con il fine di salvaguardare l’immagine dell’ente, ma porrebbe solo una pezza sulla vicenda, che per noi ha due aspetti distinti: uno che riguarda la vicenda giudiziaria sulla quale al momento non esprimiamo alcun giudizio, perché siamo garantisti, l’altro che è relativo alla gestione economica, finanziaria e strategica di Sogepu”. Ripercorrendo le tappe che hanno portato alla costituzione di Sogeco, l’esponente della minoranza ha eccepito: “Io mi chiedo com’è stato possibile che la giunta, i consiglieri e gli uffici preposti non abbiano valutato coscientemente che stavano deliberando la perdita strategica di Sogepu? Il nostro giudizio è negativo, perché l’amministrazione comunale perso di vista o non ha voluto fare l’unica cosa che già poteva e doveva fare, cioè un’azione di responsabilità verso l’amministratore unico che aveva operato a detrimento della società che amministrava”. La consigliera del PSI Loriana Grasselli ha ribattuto: “sicuramente le scelte politiche fatte negli anni non possono essere offuscate o mistificate, provando a raccontare come determinate valutazioni, che hanno portato ad avere un’importante impiantistica nel ciclo dei rifiuti a vincere una gara in una reale competizione, siano in qualche modo compromesse da questa vicenda”. “Le scelte politiche fatte nel passato sono state fondamentali per il nostro territorio e sull’intero panorama regionale”, ha puntualizzato la rappresentante della maggioranza, che ha fatto presente: “le scelte di Sogepu e del Comune di Città di Castello sono andate in linea con la massima tutela dell’interesse pubblico ed eventuali determinazioni del Comune sulla vicenda giudiziaria non possono essere dettate da guerriglie politiche, ma da valutazioni legali alle quali l’amministrazione già si è affidata”. La consigliera Rosanna Sabba (Lista Civica Luca Secondi Sindaco) è intervenuta per sostenere che “il Comune di Città di Castello, insieme agli altri comuni soci, avendo già dato mandato agli amministratori di Sogepu di procedere a un’approfondita e specifica valutazione legale per tutelare l’interesse pubblico degli enti e patrimoniale della società da ogni pregiudizio legato alla vicenda giudiziaria, ha agito in modo corretto e responsabile”. “La costituzione di parte civile di Sogepu, già di per sé è capace di coprire tutti i soci, compreso il nostro Comune, da eventuali danni o lesioni che dovessero essere riscontrati – ha chiarito Sabba – ma questa amministrazione è andata oltre ed ha incaricato un legale esperto in materia per ulteriori valutazioni”. “Mettere in cattiva luce Sogepu non fa sicuramente bene né a tutte le persone che ci lavorano né alla nostra comunità, che vorrebbe vedere tutelate e difese le aziende del proprio territorio, anziché screditate e indebolite. Spesso mi chiedo – ha concluso Sabba – quali siano le motivazioni che portano a strumentalizzare la vicenda”. A prendere la parola è stato, quindi, il consigliere del PD Domenico Duranti, che ha eccepito: “come si fa ad affermare che Sogepu ha perso parte della propria leadership, andando a richiamare quello che un consiglio comunale ha approvato quasi all’unanimità? Io, che non c’ero all’epoca, l’avrei comunque approvato, perché quella scelta politica io tuttora la condivido e l’hanno condivisa anche altri che oggi l’attaccano quella scelta politica”. “Sogepu rimane una società che ha vinto una gara, una cosa che volevamo tutti, almeno da questa parte politica – ha continuato Duranti – la creazione di Sogeco ha permesso di vincere la gara e ha permesso anche di stabilizzare i lavoratori precari, perché l’unica strada per stabilizzarli era quella di una società di scopo che non avesse una preminenza di capitale pubblico”. L’esponente della maggioranza ha, poi, concluso: “Sarà l’avvocato Falcinelli, che da curriculum ha tutte le caratteristiche per dirmi quello che devo fare, a indicare la strada per tutelare il Comune, non credo possano essere altri che non hanno competenza”. Nel dibattito è intervenuta anche la consigliera Maria Grazia Giorgi (PD), che ha espresso la propria condivisione per le scelte del sindaco e del consiglio di amministrazione di Sogepu. “Nelle indagini preliminari la polizia giudiziaria e il pubblico ministero hanno già individuato le persone offese e sicuramente come persone offese hanno individuato Sogepu e non anche il Comune di Città di Castello”, ha fatto presente la rappresentante della maggioranza. “Quindi non si può dire che c’è un’offesa diretta ed immediata del Comune di Città di Castello”, ha ammonito Giorgi, continuando: “con la costituzione di parte civile si deve dimostrare, se non individuati dal pubblico ministero già come parte offesa, il proprio interesse, quindi si deve provare di aver avuto un danno diretto o indiretto per poter poi richiedere un risarcimento. Direi che il Comune ha intrapreso l’azione giusta nel contesto attuale conferendo un incarico a un legale per le opportune valutazioni”. Il consigliere Roberto Marinelli (Lista Civica Marinelli sindaco) è intervenuto per contestare che “la presentazione di tre ordini del giorno venga etichettata come un’opera di strumentalizzazione della minoranza”. “Siamo veramente al ridicolo – ha osservato Marinelli – perché se non fosse stato per questa iniziativa non sarebbe mai stato squarciato il silenzio assordante che circonda la vicenda e non si sarebbe mai saputo quali atti ha adottato Sogepu e quali siano gli intendimenti del Comune rispetto alla costituzione di parte civile”. “La domanda che mi faccio io è: nella malaugurata ipotesi che dovessero essere confermate le accuse, politicamente quale sarebbe la reazione? Che valore avrebbe? Cosa succederebbe a livello politico, ad esempio, se si dovesse accedere a riti alternativi, un rito abbreviato, un patteggiamento?”. Il consigliere Andrea Lignani Marchesani (Castello Civica) ha dichiarato: “sono garantista, per cui io sostengo dal punto di vista giuridico completamente la presunzione d’innocenza del dottor Goracci, ma con altrettanta convinzione scindo l’aspetto giudiziario da quello politico e per quanto mi riguarda il dottor Goracci dal punto di vista politico insieme all’amministrazione comunale è colpevole”. L’esponente della minoranza ha sostenuto che “non è vero che Sogeco è una società di scopo, perché assume dipendenti e una società di scopo non lo può fare, ma anche perché ha una data di scadenza che va oltre quella della gara”. “Non è vero – ha proseguito – quello che è stato millantato all’epoca, facendo comunque salva la buona fede, cioè che con la gara vinta saremmo stati indipendenti, visto che l’attuale normativa non ci rende sovrani nelle tariffe e neanche nell’impiantistica, perché siamo l’immondezzaio regionale”. “Troverei kafkiano – ha concluso Lignani Marchesani – che il Comune si costituisca parte civile, perché un sarebbe come costituirsi contro se stesso”. All’atto della votazione dell’ordine del giorno unitario, il presidente Luciano Bacchetta ha preso la parola come componente dell’assise del gruppo del PSI per chiarire: “voterò ovviamente per disciplina di maggioranza, però avrei preferito che la maggioranza presentasse un suo documento, perché la ricostruzione fatta questa sera dalla minoranza in gran parte non la condivido”.

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