A partire dal X e IV secolo a.C., tra Toscana, Lazio e Umbria, si sviluppa la prima grande civiltà italiana: gli Etruschi. Non erano un popolo venuto da fuori: le ricerche archeologiche ci dicono che sono autoctoni della penisola. Ma cosa li ha resi così potenti e “avanzati”?- Il ferro e il commercio. La loro posizione non era casuale. Sfruttarono pianure fertili e, soprattutto, aree ricche di risorse naturali, come le colline metallifere, fondamentali per la produzione di armi e strumenti.

L’Isola d’Elba, ad esempio, era un polo di miniere di ferro. Questa ricchezza li ha trasformati in un’enorme forza commerciale nel Mediterraneo, tanto che i Greci li chiamavano “Tirreni”, dando il nome al nostro Mar Tirreno.- L’innovazione tecnica. Oltre ai commercianti, erano abili artigiani. Hanno inventato l’arco a volta con conci di pietra attorno al VI secolo a.C., che i Romani avrebbero poi adottato. Eccellevano nella lavorazione dell’oro con tecniche come la granulazione e la filigrana e producevano un particolare tipo di ceramica nera e lucida chiamato bucchero.- La religione e la divinazione. La religione era centrale, tant’è che la figura del re era inizialmente un re-sacerdote. Avevano divinità simili a quelle greche, ma la parte più affascinante è la divinazione. Esistevano gli aruspici, sacerdoti che leggevano il futuro analizzando le viscere degli animali sacrificati (soprattutto il fegato, come il famoso fegato di Piacenza), e gli auspici, che interpretavano fenomeni naturali come il volo degli uccelli (ecco perché diciamo “di buon auspicio”!).- La donna nella società. Rispetto ad altri popoli dell’epoca, le donne etrusche godevano di molta più libertà e c’erano testimonianze di donne considerate al pari degli uomini, con un ruolo chiave anche nella vita religiosa.La loro fine? Fu legata proprio al loro successo economico. L’invidia delle altre potenze mediterranee, unita all’avanzata dei Celti da nord, li indebolì, fino al colpo di grazia finale dato dai Romani.