
In quella che ormai è definita a pieno titolo la “Città dei lupi”, l’assedio dei grandi predatori al territorio di Arezzo continua. Dopo le recenti segnalazioni di lupi nella zona della Marchionna e Gaville, ci è giunto un accorato appello dagli abitanti della collina sopra la frazione di Staggiano.
I residenti lamentano continue predazioni ai danni degli animali domestici, in particolare dei gatti: solo negli ultimi dieci giorni ne sarebbero stati uccisi almeno quattro. Le famiglie della zona segnalano inoltre la costante presenza dei lupi intorno alle abitazioni. La loro preoccupazione è avvalorata anche dal fatto che dall’area sono completamente scomparsi i caprioli, che fino a poco tempo fa arricchivano il paesaggio con la loro presenza; addirittura sembrerebbe in calo anche la popolazione dei cinghiali. Quella che potrebbe apparire come una buona notizia, in realtà, non fa che spostare il problema. È infatti dimostrato che la predazione dei lupi sui cinghialinon è sufficiente a contenerne laspecie, poiché i lupi colpiscono quasi esclusivamente esemplari con meno di due anni, che non fanno parte di branchi. In questo periodo dell’anno, inoltre, i cinghiali si muovono verso le zone più ricche di risorse alimentari — principalmente ghiande e castagne — e meno frequentate dai lupi, ovvero aree urbane e periurbane, continuando comunque a subire la pressione venatoria esercitata dall’uomo. Di fatto constatiamo la presenza e la convivenza di lupi e cinghiali nelle stesse aree, a dimostrazione che il lupo non svolge quel ruolo di “equilibratore degli ecosistemi” tanto celebrato dalla disinformazione di certo animalismo. A questo punto appare evidente che l’intero perimetro dell’intera periferia aretina (Olmo, Maestà di Giannino, San Zeno, La Catona, Bagnoro, Agazzi, ecc…) è ormai stabilmente olonizzato da diverse popolazioni di lupi. Eppure, tra chi percepisce il problema, chi lo considera un segnale positivo affidandosi alla narrazione mainstream, e istituzioni comunali e non solo) del tutto indifferenti e di fatto conniventi con chi continua a sostenere che la saturazione dei lupi in aree antropizzate sia un fattore positivo, si crea un quadro disarmante. Positivo, forse, solo per chi beneficia delle donazioni destinate alla tutela e alla diffusione di questo predatore. Non ci stancheremo mai di ricordare che il lupo non è a rischio di estinzione da almeno vent’anni (ammesso che lo sia mai stato effettivamente) e che il suo impatto sul bilancio statale e regionale è tutt’altro che trascurabile. Inoltre, l’attuale condizione di “randagismo di fatto” rappresenta un pericolo concreto e costante per i nostri animali domestici, indipendentemente dalle predazioni dirette. Il non essendo sottoposto a vaccinazioni né a trattamenti antiparassitari, può fungere da vettore di numerose patologie trasmissibili ai cani, quali leishmaniosi, rogna, endoparassitosi, filariosi e molte altre. Alcune di queste malattie rientrano a pieno titolo tra le zoonosi, ponendo dunque un potenziale rischio anche per la salute umana. Le problematiche connesse alla mancata gestione della specie sono molteplici e ricadono sull’intera cittadinanza, compresa quella che vive nelle aree urbane più protette, come la ZTL. Anche il solo costo economico legato alla presenza del lupo dovrebbe indurre a una riflessione più attenta e responsabile, soprattutto da parte di chi esercita funzioni amministrative. Il Comune di Arezzo infatti, grande assente e spesso allineato alle frange dell’animalismo più radicale, ha sistematicamente eluso le proprie responsabilità, sostenendo che la questione del lupo non esisterebbe e che in ogni caso non ricadrebbe sotto la sua competenza, ma sotto quella regionale. Si tratta, tuttavia, dell’ennesimo espediente per non intervenire: se è vero che la GESTIONE della fauna selvatica spetta alla Regione, è altrettanto vero che il Comune non può sottrarsi al dovere di segnalare agli organi competenti problemi riguardanti la sicurezza stradale, le predazioni su animali domestici e i rischi sanitari derivanti da animali selvatici che sono, a tutti gli effetti, potenziali vettori di malattie. Tutti aspetti, questi, che rientrano pienamente nelle prerogative di un’amministrazione comunale.Il Comitato “Emergenza Lupo – Arezzo” attende ormai da quasi tre anni una risposta alla PEC indirizzata al Comune per ricevere aiuto e denunciare la situazione in cui versano (e continuano a versare) quei cittadini che subiscono quotidianamente le conseguenze della presenza del lupo. Purtroppo, in tre anni di attività, dalla Giunta e dal Consiglio Comunale abbiamo ricevuto solo offese, disinteresse, disinformazione e sostegno ad iniziative favorevoli al consolidamento della presenza del lupo nelle aree antropizzate.Il Comitato “Emergenza Lupo – Arezzo” non fa riferimento ad alcuna identità politica;tuttavia, alla luce dei fatti e del dibattito politico attuale, auspica che la prossima Giunta Comunale dimostri maggiore apertura mentale e operi nell’interesse dei cittadini, di tutti i cittadini.
Marco Bruni Presidente del Comitato “Emergenza lupo – Arezzo”
Thanks for sharing such useful insights.
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