
Bresciae – al convegno sul Ruolo delle Medicine complementari a Brescia La filosofa, presidente della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio, sarà ospite con un intervento sull’intreccio di filosofia e psicanalisi in Toscana alla rassegna curata da Duccio Demetrio ad Anghiari (Arezzo) e con una riflessione sul rapporto di sè con il dolore nella società quotidiana al convegno dell’Ordine dei Medici Chirurghi (a Brescia)
29 settembre – La filosofa levinasiana Francesca Nodari, allieva del grande e compianto pensatore tedesco Bernhard Casper, scomparso lo scorso 8 giugno a Wittnau, e presidente della Fondazione Filosofi Lungo l’Oglio, sarà protagonista di due importanti incontri in Italia dove porterà il punto di vista filosofico in relazione all’ambito sociale e psicanalitico, come nel contesto medico.
Venerdì 30 settembre, alle ore 15.30 sarà ospite del Festival dell’Autobiografia ad Anghiari (Arezzo), mentre il giorno dopo, sabato 1° ottobre, interverrà a Brescia a convegno “Il ruolo delle Medicine complementari nel terzo millennio” dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri.
Il Festival dell’Autobiografia, curato dalla Libera Università dell’Autobiografia (fondata nel 1998 da Saverio Tutino e Duccio Demetrio, quest’ultimo da sempre ospite del festival Filosofi Lungo l’Oglio), si terrà ad Anghiari (Arezzo) dal 30 settembre al 2 ottobre. L’intervento di Francesca Nodari si terrà proprio il giorno inaugurale, venerdì 30 settembre, presso il Teatro di Anghiari alle 15.30, e avrà come titolo “Filosofia, psicoanalisi, estetica dei luoghi”: con lei interverranno anche lo psicoterapeuta e dottore di ricerca a Torino Nicolò Terminio e Raffaele Milani, professore presso l’Università di Bologna. Il focus dell’incontro, che intreccia i temi proposti dal festival, si concentra sull’appartenenza alla comunità e ai luoghi: in questo contesto Nodari propone una lettura attuale de Il Tempo e l’Altro, testo cruciale del filosofo ebreo-lituano Emmanuel Levinas, oggi riedito da Mimesis dopo vent’anni dall’ultima pubblicazione, con una sostanziosa postfazione della stessa Nodari. “È come se il testo di Levinas costituisse una sorta di provocazione e insieme di eventuale risposta alle istanze del presente. – anticipa Nodari a proposito del suo intervento – Un presente disorientato, liquido, dominato dal potere tecnico-scientifico, teso tra rapporti di superficie e relazioni pure, dominato da un senso diffuso di incertezza e di paura, Nell’irruzione della pandemia planetaria, spiccano due nozioni antiche e molto ricorrenti quasi assurgessero a paradigma di quella condizione in cui ciascuno si è trovato a vivere nel presente continuo della propria vita: solitudine e tempo, le quali sono a loro volta strettamente connesse a quell’esperienza dolorosa e inaspettata, da sembrare quasi anacronistica, nell’era della globalizzazione, che si chiama confinamento.”
Sabato 1° ottobre invece avrà luogo il convegno “Il ruolo delle medicine complementari nel terzo millennio” presso la Sala Conferenze dell’Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri, a Brescia (in via Lamarmora 167). Alle ore 8.40, Francesca Nodari prenderà la parola con l’intervento dal titolo “Contro il giovanilismo. Tra algofobia e happycrazia”: un’analisi su come la società del quotidiano faccia pressione a non avere confidenza e conoscenza del proprio dolore e spinga invece costantemente alla ricerca del piacere e dell’autoaffermazione. “Dimmi il tuo rapporto con il dolore e dolore e ti dirò chi sei” ammoniva Jünger– Crollata la soglia del dolore, si evita qualsiasi circostanza dolorosa, anche le pene d’amore. La filosofa, rifacendosi al grande pensatore sud-coreano Byung-Chul Han, si soffermerà sull’algofobia, la paura del dolore, che investe ogni ambito dell’esistere e sostanzia l’odierna società palliativa. Anche la politica: la mancanza dialternative è un analgesico politico. È una politica che non riflette sui temi, ma medita su quale piattaforma sbarcare. Nell’odierna società liquida, dove lo sguardo non è più rivolto verso il futuro, ma costantemente all’indietro, dove persino il male è liquido, si assiste ad un cambio di paradigma: viviamo in una società della positività che tenta di sbarazzarsi di tutto ciò che è negativo. Di qui il profondo inganno del soggetto di prestazione – sottolinea Nodari – che si crede e si vuole libero e felice e che, tra smartphone e selfie, egoista e resiliente, si sta “consegnando” irreversibilmente all’intelligenza artificiale, dimentico del fatto che l’unica salvezza sta nel ritrovare l’Altro.
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